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La Corte di Cassazione: licenziabile l’operaio troppo lento

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Licenziabile l’operaio troppo lento. Così si può riassumere la vicenda che ha visto protagonista il dipendente – oramai ex – di un’azienda operativa nel settore delle energie alternative. La Corte di Cassazione (come spiega il quotidiano online Diritto e Giustizia, edito da Giuffrè Francis Lefebvre, che ha dato la notizia) ha respinto definitivamente le sue obiezioni rispetto al licenziamento deciso dalla società e poggiato sull’eccessivo tempo impiegato per una lavorazione.

Decisiva la recidiva dell’operaio nella «voluta negligenza»

Questo è l’episodio descritto nella sentenza depositata in Cancelleria il 5 luglio: il lavoratore è finito nel mirino «per avere impiegato più di tre ore e mezza di tempo per eseguire una lavorazione che», secondo l’azienda, «un operaio con esperienza analoga avrebbe eseguito in poco più di mezz’ora». A renderne più delicata la posizione, poi, anche «tre precedenti sanzioni disciplinari». Per la società è logico il «licenziamento», che viene confermato dai Giudici del Tribunale prima e della Corte d’Appello poi. Decisiva la recidiva dell’operaio nella «voluta negligenza» e nella «lentezza nell’esecuzione del lavoro». Inutile si rivela il ricorso in Cassazione proposto dal legale del lavoratore.

Legittima «l’installazione di impianti di controllo»

La Suprema Corte, difatti, ha confermato il provvedimento aziendale, proprio alla luce delle precedenti contestazioni subite dal lavoratore, e ha respinto l’ipotesi che vi sia stato un «controllo» eccessivo da parte della società. Su quest’ultimo fronte, in particolare, i giudici ribadiscono che è legittima «l’installazione di impianti ed apparecchiature di controllo poste per esigenze organizzative e produttive o a tutela del patrimonio aziendale» e da cui «non derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività lavorativa né risulti in alcun modo compromessa la dignità e la riservatezza dei lavoratori».

(Fonte corriere.it)